Come abbiamo già visto di modi per
mettere da parte dei risparmi ve ne
sono diversi. Però per scegliere quelli che più si adattano alle nostre
necessità si devono conoscere. Oggi cercheremo di conoscere meglio i
Libretti di Risparmio Postale.
I Libretti Postali sono forse il
metodo di risparmio più conosciuto, in quanto da decenni fanno parte della
nostra cultura. Sono anche molto scuri in quanto, come i Buoni Fruttiferi del Tesoro, sono emessi dalla Cassa
Deposito e Prestiti e quindi garantiti dallo Stato Italiano.
I Libretti sono
emessi da Poste Italiane e possono essere aperti presso qualsiasi ufficio postale.
Pur esistendone diverse tipologie, vi sono caratteristiche comuni a tutti i
Libretti di Risparmio Postale, e le principali sono:
-
non sono previste spese di apertura, chiusura e gestione;
-
è possibile effettuare depositi e prelievi in contanti presso tutti gli Uffici Postali, esibendo un documento di identità, il codice fiscale ed il libretto.. Il deposito di assegni può essere effettuato solamente presso l’ufficio ove è stato aperto il libretto;
-
gli interessi vengono capitalizzati alla data del 31 dicembre di ogni anno e maturano dal giorno di versamento sino a quello di prelevamento;
-
come tutti i tipi di deposito sono soggetti all’imposta di bollo (Per chiarimenti sull’imposta ed i casi di esclusione del pagamento vi invito a leggere il post Esenzione dell’imposta di bollo sul Conto Corrente);
Bisogna precisare che nel caso non
vengano effettuate operazioni per cinque anni ed il credito sul libretto è
minore di €.250,00 il libretto diventerà infruttifero, ossia
non maturerà più interessi.
I Libretti Fruttiferi Postali
ne esistono diversi tipi, con caratteristiche diverse. Possiamo
innanzitutto dividerli in due grandi categorie: i libretti nominativi
ed il libretti al portatore.
I libretti nominativi
possono essere intestati a persone fisiche o giuridiche e gli intestatari
possono operare versamenti e prelievi sul libretto stesso. A loro volta i
libretti nominativi si suddividono in:
-
libretto nominativo ordinario;
-
libretto nominativo ordinario Smart;
-
libretto nominativo dedicato ai minori.
I libretti al portatore sono
intestati esclusivamente alla persona fisica o giuridica che ne chiede
l’apertura, ma per operare su di esso non è necessario esserne il titolare ma
solamente avere il possesso del libretto e presentarlo all’atto del compimento
dell’operazione.
Dei libretti nominativi parleremo nel
prossimo articolo, mentre qui analizziamo meglio quelli al portatore.
Cominciamo quindi dall’apertura del
libretto. Il Libretto di Risparmio al portatore può essere
aperto presso un qualunque ufficio postale senza alcuna spesa. Può avere un
unico intestatario, si esso persona fisica (esclusivamente maggiorenne) o
giuridica, che è colui che materialmente ne richiede l’apertura.
Per l’apertura del libretto è
necessario esibire un documento di riconoscimento in corso di validità ed il
codice fiscale.
Le operazioni di versamento e
prelevamento possono essere effettuate, come dicevamo prima, da chiunque
presenti il libretto (e da qui il nome al portatore) ed esibisca un
documento di identità (per saper quali sono i documenti di identità ti consiglio di leggere questo post). Chiaramente Poste Italiane non è tenuta a verificare se la
persona che presenta il libretto abbia titolo a possederlo, almeno che non sia
stata effettuata una denuncia di smarrimento, furto o distruzione e
questa sia stata notificata alle poste.
Il libretto al portatore deve avere
un saldo inferiore ad Euro 1.000,00.
Attualmente il tasso di
interesse applicato ai libretti di risparmio al portatore è pari allo
0,05% (annuo lordo) e sui rendimenti è applicata una ritenuta fiscali pari al
20%.
Come detto in precedenza il libretto
postale non è soggetto ad alcuna spesa per l’apertura, gestione o
estinzione.
Nel prossimo articolo esamineremo i
Libretti di Risparmio nominativi, così avremo una conoscenza
completa di questo strumento di risparmio (puoi leggerlo a questo link).
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